La nobile tradizione del Beethoven di Chung

BEETHOVEN Sinfonie n. 6 e n. 7 Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, direttore Myung-whun Chung

Ravello, Belvedere di Villa Rufolo, 23 luglio 2022

La settantesima edizione del festival di Ravello, dall’8 luglio al 3 settembre, propone una serie di appuntamenti di alto profilo internazionale, a partire dalla bacchetta di Cristoph Eschenbach insieme alla Filarmonica slovena con Gidon Kremer, l’Orchestra del San Carlo con Juraj Valčuha, Zubin Mehta con l’Orchestra del Maggio, Riccardo Muti con l’Orchestra Cherubini (in un interessante programma fra Bizet, Ljadov e Liszt) – compagine presente anche in più appuntamenti coi propri ensemble cameristici – fino alla National Youth Orchestra of the USA diretta da Daniel Harding (7 agosto), a Teodor Currentzis e la sua Musicaeterna (Metamorphosen di Strauss e Quattordicesima sinfonia di Shostakovich il 19 agosto), Pablos Heras-Casado e Anima Eterna Brugge (27 agosto), l’Orchestra della Radio di Berlino diretta da Vladimir Jurowski (3 settembre). Daniel Trifonov terrà un recital pianistico il 24 agosto. La meravigliosa terrazza sul mare della costiera amalfitana nel Belvedere dei giardini di Villa Rufolo fa da scenario indimenticabile anche per Myung-whun Chung insieme all’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in un compatto programma beethoveniano. Pur senza alcuna acustica, le suggestioni della Pastorale en plein air non mancano, e Chung riesce con carisma a conservare un senso del legato dalle lunghe frasi e dalle dinamiche dettagliate, lasciando percepire morbidezze di suono non facili da mantenere. Anche nei preziosi equilibri fra archi e fiati le proporzioni sono di una precisione millimetrica. Non si tratta di un Beethoven innovativo, ma nemmeno troppo affossato nel solco di una tradizione spesso ridondante, rileggendo invece la partitura per segnarne l’unicità in passaggi chiave, nessi strumentali e formali che evidenziano di continuo il genio beethoveniano. C’è in Chung una solida calma interiore che guida inesorabilmente – sempre a memoria, senza alcuna finzione – rapporti rigorosi in tempi metronomici, specie nella settima sinfonia, accessi e brillantemente mantenuti, ravvivando l’elemento ritmico, basilare in questo capolavoro. L’orchestra resta saldamente ancorata a uno stretto e vivo dialogo fra tutte le sezioni. Successo caldissimo (in ogni senso) fra ripetute ovazioni e chiamate.

Mirko Schipilliti

Data di pubblicazione: 1 Agosto 2022

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