Anne-Sophie Mutter entusiasma la Scala

Lambert Orkis e Anne-Sophie Mutter (cr Dario Acosta/DG)

MOZART Sonata n. 27 in sol magg. K 379 BEETHOVEN Sonata n. 5 in fa magg. op. 24 “La Primavera” FRANCK Sonata per violino e pianoforte in la magg. violino Anne-Sophie Mutter pianoforte Lambert Orkis

Milano Teatro alla Scala, 13 febbraio 2022

Un viaggio entusiasmante nella cameristica per violino e pianoforte, quello proposto domenica 13 febbraio da Anne-Sophie Mutter e Lambert Orkis per la stagione scaligera. Teatro gremito di pubblico in vitale partecipazione con gli interpreti, tanto da dispensare un inatteso applauso fuori scena dopo il secondo movimento della Sonata di Franck. E ancor più al termine del concerto con numerose chiamate e richieste di bis, assecondati con due omaggi a John Williams e Johannes Brahms. Naturale coronamento di un concerto che ha regalato una serata all’insegna del fare e ricercare musica, dove il peso sonoro degli strumenti non è legato esclusivamente alle convenzioni tecniche, ma all’esaltare il fraseggio, il timbro proprio del compositore, sfruttando con disinvolta perizia la gamma di colori che il violino può offrire e del quale Anne-Sophie Mutter è padrona incontrastata.

Lo si avverte da subito nella Sonata in sol di Mozart, di salottiera, raffinata, classica purezza, tutta dialogata con il pianoforte, scherzosa e intelligente, senza mai oltrepassare la sonorità richiesta dalle composizioni cameristiche del salisburghese. Delizioso il finale, con le variazioni in pizzicato tutte cantate dal violino con una eleganza e finezza da lasciare attoniti.

Medesima, olimpica trascendenza in Beethoven, del quale il tema iniziale è reso con un peso sonoro e di legato impareggiabili, da lasciare appeso all’archetto tutto il pubblico scaligero. Lambert Orkis è parimenti attento a ricercare una sonorità più ampia, meno perlata, attenta alle novità che Beethoven vuol ricavare dalle potenzialità del pianoforte. Lungo tutta la Sonata in fa maggiore si possono ammirare la gamma timbrica e l’intelligenza esecutiva, nonché il lavoro a tavolino, concordato al millesimo, tra i due interpreti, che si sviluppa, poi, in una esecuzione che parrebbe ricreata al momento.

Una maggior predominanza del violino sul pianoforte si ha invece nell’ampia, corrusca, passionale Sonata in la maggiore di Cesar Franck. Dove una volta ancora si cambia orizzonte interpretativo, sfoderando, la Mutter, fortissimi sonori e pianissimi impalpabili descrittivi del clima culturale nel quale il compositore francese ci immerge. È un caleidoscopio di emozioni che si sprigiona all’ascolto e merita il travolgente successo finale del quale è omaggiata la violinista tedesca.

I due bis aggiungono entusiasmo e meritata ammirazione verso la sua arte.

Emanuele Amoroso

Data di pubblicazione: 21 Febbraio 2022

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