Agli albori dell’opera con il “Festino” di Banchieri

BANCHIERI Il Festino nella sera del giovedì grasso avanti cena Ensemble barocco Accademia Reale, direttore Giovanni Borrelli Ensemble Madrigalistico Esedra, direttore Ferdinando de Martino

Napoli, Museo Archeologico Nazionale, 7 marzo 2022

Continua al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nella splendida Sala del Toro Farnese, la rassegna musicale del Festival Barocco Napoletano, a cura dell’Associazione Culturale “Accademia Reale”. In collaborazione con l’Ensemble Madrigalistico Esedra, l’Ensemble Accademia Reale ha proposto una vera e propria gemma che era nascosta tra le pieghe di un repertorio di musica antica infinito, in gran parte ancora da esplorare o rilanciare.

Il Festino nella sera del giovedì grasso avanti cena (Venezia 1608) è l’opera più nota di Adriano Banchieri (1568-1634) e appartiene ad un genere fiorito in Italia verso la fine del XVI secolo, il “madrigale rappresentativo”. Il compositore occupa un posto importante nella musica italiana del primo Seicento: era un monaco olivetano che, oltre che teorico e organizzatore della vita musicale nella natia Bologna, fu anche un grande innovatore e sperimentatore di musica sacra, ed ebbe un ruolo importante nello sviluppo del basso continuo.

Banchieri non si cimentò mai con l’opera, la forma più rivoluzionaria emersa in quel periodo, ma preferì rimanere fedele al madrigale, che era nella sua fase di massimo sviluppo per mano di Monteverdi. In particolare, predilesse i madrigali comici che, collegati da un fil rouge narrativo. Venivano raggruppati in “commedie madrigalesche”.  

Il Festino, tratto dal “terzo libro madrigalesco”, si presenta nella forma di un divertimento offerto agli ospiti di una festa di carnevale: si tratta di diciotto brani (più Introduzione e Licenza) che hanno come protagonisti vari personaggi (o meglio “maschere”): nel prologo il Diletto Moderno racconta agli altri membri della festa che ha incontrato Rigore Antico, un’allegoria della vecchia musica polifonica o “Prima prattica”, e se ne è preso gioco. Diletto, che invece rappresenta lo stile moderno, o “Seconda prattica”, introduce quindi l’intrattenimento: una serie di madrigali a cinque voci accompagnate dall’ensemble di archi, continuo e percussioni della “Accademia Reale” diretta da Giovanni Borrelli. Le parti vocali erano eseguite dall’Ensemble madrigalistico Esedra, diretto da Ferdinando De Martino.

La scrittura dei brani è differenziata, in modo da mostrare le possibilità compositive della “seconda prattica”. La voce recitante di Guido Ferretti collegava i vari momenti: dalla sfilata dai vecchi chiozzotti (abitanti di Chioggia) alle onomatopee dei versi degli animali, come nel “Contrappunto bestiale alla mente” (cioè improvvisato); dai richiami di venditori di strada al serioso “Gli amanti cantano un madrigale”, dai “Festinanti” al “Brindisi”, e così via.

Si tratta evidentemente di musica di puro intrattenimento, che in un esile schema narrativo poteva essere eseguito nelle case dei nobili o dei borghesi, in forma scenica, anche molto alla buona, la sera del giovedì grasso durante il XVI secolo.

Anche se in forma di concerto, la rappresentazione ha mantenuto tutta la gioiosa irriverenza di una piccola pièce di commedia dell’arte messa in musica. Banchieri perviene a risultati umoristici con una partitura a più strati, e con un’arte compositiva più fine di quanto appaia a prima vista. Tutti bravi gli artisti, dagli strumentisti, guidati dal violino barocco di Giovanni Borrelli, ai cantanti. Su tutti spiccava la direzione eccellente di Ferdinando de Martino, uno specialista del genere madrigalistico.

Lorenzo Fiorito

Foto: Noam Sa-Man

Data di pubblicazione: 22 Marzo 2022

Related Posts