Virtuoso & Belcanto: cronache da Lucca

Il Marigold String Trio

Virtuoso & Belcanto Festival

SCHUMANN: Quintetto per pianoforte in mi b maggiore op. 44; Dichterliebe op. 48 per violoncello e pianofortevioloncello Claudio Bohórquez pianoforte Péter Nagy & friends

Lucca, 24 luglio 2021, Piazza del Giglio

Piazza del Giglio, dinanzi al Teatro omonimo, si trasforma all’imbrunire nel salotto buono della città e, tempo permettendo, ospita i concerti di insegnanti e selezionati studenti. La città è la musicalissima Lucca, quella che ha dato i natali non solo ai rivali della lirica Puccini e Catalani, ma anche a Boccherini e Geminiani, campioni dello strumentalismo italiano settecentesco in Europa. Da sei anni, per determinata volontà del pianista Riccardo Cecchetti, docente alla scuola di Fiesole, ospita, sotto il titolo di Virtuoso & Belcanto Festival, nelle sale e nei tre chiostri del cinquecentesco Real Collegio, qualificati corsi di perfezionamento ed un concorso internazionale per solisti, quartetto d’archi e musica da camera che consente ai vincitori la presenza nei celebrati cartelloni concertistici di Berlino e Vienna. A giudicare gli undici ensemble concorrenti nella Sala capitolare una prestigiosa giuria internazionale capitanata da Bruno Giuranna (sua una conferenza sulla Sonata per viola di Brahms) e composta tra gli altri da Adrian Brendel, Luc Marie Aguera oltre che dallo stesso Cecchetti. La palma è andata allo strepitoso Marigold String Trio, che ha eseguito una pirotecnica partitura (1954) dell’ungherese Sándor Veress.

In mattinata invece, nel concerto degli studenti, il programma variava da Haydn e Mozart sino a Bartok e Stravinski, passando naturalmente per Beethoven e Schubert.

Grazie all’opera di sanificazione musicale, in città si respira aria leggera e un bel clima di sana gioventù (180 studenti di 42 paesi diversi) impegnata a raggiungere importanti traguardi nella vita. Una boccata d’aria pura in controtendenza con il degrado musicale massificato del Paese, tante volte lamentato da grandi artisti come Ughi o Muti.

L’esempio di questa perfetta integrazione tra docenti e discenti è proprio il concerto in Piazza del Giglio (il distanziamento tra il pubblico è ottenuto con cartelloni ispirati a personaggi pucciniani adagiati sulle sedie), dove nel Quintetto con pianoforte di Schumann op.44 al pianista Peter Nagy e al violoncellista Claudio Bohórquez si affiancano tre provetti frequentatori dei corsi.

Nell’infuocata ed appassionata temperie romantica densa di rimandi tematici insegnanti ed allievi si amalgamano splendidamente. Spicca il tono da marcia funebre del secondo movimento intriso di sogni, slanci, impeto, espressione di metafisica solitudine. Poi sale alla ribalta il violoncello di Bohòrquez che nel ciclo della Diectherliebe (Amor di poeta) di Robert Schumann in versione strumentale non fa rimpiangere la voce. Il virtuoso solista, interprete veemente e appassionato, trasforma infatti i Lieder in istantanee di stati d’animo, piccole miniature sonore. Il violoncello si esalta con la sua calda voce brunita nelle volute schumanniane che segue sin nel fraseggio delle arcate.

Si lascia Lucca piacevolmente rinfrancati e rassicurati sul futuro della musica d’arte.

Lorenzo Tozzi

Foto: Peter Adamik

Data di pubblicazione: 27 Luglio 2021

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