Il poetico Brahms di Anna Tifu a Como

Anna Tifu e Wolfram Christ (foto Manuela Marchesini)

BRAHMS Concerto in re maggiore op. 77 per violino e orchestra MENDELSSOHN Sinfonia n. 3 in la minore, op. 56 “Scozzese” violino Anna Tifu Orchestra di Padova e del Veneto, direttore Wolfram Christ

Como, Teatro Sociale, 21 aprile 2023

Il Concerto in re maggiore op. 77 di Brahms ha trovato in Anna Tifu una violinista eccellente, che ha dimostrato appieno le sue doti interpretative, tanto per l’aspetto virtuosistico quanto per quello espressivo. È una composizione di notevole difficoltà tecnica, che richiede un interprete di grande levatura, come ha dimostrato, nonostante la giovane età, la violinista.  L’op. 77 è una delle opere più popolari di Brahms e del repertorio violinistico, a pari livello dei Concerti di Beethoven, Mendelssohn e Ciaikovski. Si riscontra in questo capolavoro una poesia agevole e distesa, espressa attraverso linee sempre pure e melodiche. Questo lato amabile, affabile, “femminile” nel senso più nobile del termine, si può rilevare in tutti e tre i movimenti in cui la composizione è strutturata. L’Adagio ha una carica estatica che incanta e nella quale Anna Tifu espone la sua suadente poesia. Ha colto esemplarmente i due aspetti opposti della creatività di questo Concerto: il “lirico” e il “costruttivo”. La Tifu è una violinista di grande talento, in possesso di un’intonazione perfetta, un suono affascinante, una tecnica brillantissima e una musicalità pura. Affascinante il fraseggio. Imprime con il suo archetto un’interpretazione viva e partecipe, illuminata da guizzi a volte virtuosistici, a volte lirico-espressivi, ricca di carica e intensità emotiva.

Se dal punto di vista della tecnica violinistica il Concerto brahmsiano si presenta ricchissimo di intuizioni geniali, ciò che rende immortale questa pagina, di una stupenda delicatezza, è anche il trattamento dell’orchestra. È infatti proprio nell’orchestra che Brahms rivela la sua autentica natura: un’orchestra che non ha mai la funzione di accompagnamento, ma è anzi sviluppata sinfonicamente con ampi interventi di notevole importanza. Ma è proprio l’aspetto orchestrale, caratterizzato dall’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Wolfram Christ, che ha mostrato le proprie pecche.

Non del tutto approfondita la lettura di questa pagina, con un fraseggio non molto fluido e scorrevole, talvolta appesantito, che non ha reso un valido contributo alle doti straordinarie di Anna Tifu.  Sembrava di essere in presenza di due mondi diversi: paradisiaco quello della solista, sin troppo terreno quello orchestrale. Uno il bis concesso: una Sonata per violino solodi Ysaÿe nell’impeccabile esecuzione di Anna Tifu, pregevole nella sua maturazione interpretativa.      

Più confacente alle doti dell’orchestra la seconda parte del concerto con la Sinfonia n. 3 in la minore, op. 56 (Scozzese) di Mendelssohn, che descrive le impressioni riportate dal compositore nel suo viaggio in Scozia. Può essere considerata fra le più alte espressioni della sua produzione strumentale. Un carattere elegiaco si alterna ad altri popolareschi e baldanzosi. Di intensa cantabilità l’Adagio, basato su una lunga, nostalgica melodia esposta dai violini. È una composizione unitaria, di forte ispirazione, che evoca con grande suggestione paesaggi e sensazioni ora eroiche, ora malinconiche, ora grandiosamente epiche. Guidata da Wolfram Christ, l’orchestra ha risposto a dovere aderendo alle dinamiche con meticolosità. Ha ottenuto sonorità variegate e un’adeguata tavolozza di colori.

Alberto Cima

Data di pubblicazione: 23 Aprile 2023

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