Treviso ricorda Del Monaco con un grande galà

Galà Lirico in onore di Mario Del Monaco a 40 anni dalla scomparsa (1982-2022), arie e duetti da opere di Donizetti, Giordano, Verdi, Puccini, Ponchielli, Catalani. Soprani Anna Pirozzi, Lana Kos, Francesca Pia Vitale mezzosoprano Daniela Barcellona tenori Ramon Vargas, Walter Fraccaro, Davide Tuscano baritoni Lucio Gallo, Elia Fabbian, Vladimir Stoyanov bassi Roberto Scandiuzzi, Riccardo Zanellato Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, direttore Gianluca Martinenghi

Treviso, Teatro Comunale “Mario Del Monaco”, 16 ottobre 2022

In occasione dei quarant’anni dalla morte del grande tenore Mario Del Monaco (16 ottobre 1982), il comune di Treviso ha voluto ricordare il celebre concittadino con un grande Galà Lirico nel Teatro Comunale a lui intitolato, un evento che ha visto la partecipazione di diversi ospiti importanti, tra i quali i parenti del cantante residenti nel capoluogo, ove Del Monaco aveva stabilito la propria residenza. Per l’occasione sono stati coinvolti ben 12 cantanti di fama internazionale (tra i quali i due vincitori della 51ª edizione del Concorso Internazionale “Toti Dal Monte”: il soprano Francesca Pia Vitale e il tenore Davide Tuscano), coadiuvati dall’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, puntualmente diretta da Gianluca Martinenghi. La serata, presentata dalla conduttrice televisiva Livia Azzariti, ha permesso al pubblico, accorso numerosissimo, di ascoltare alcuni dei cavalli di battaglia di Del Monaco, insieme a diverse altre arie e ad alcuni celeberrimi duetti (questi ultimi prevalentemente desunti da opere verdiane).

È il caso di ricordare che Mario Del Monaco fu uno dei più grandi tenori di tutti i tempi, legando il suo nome ad alcune delle più celebri opere del repertorio musicale ottocentesco eseguite nei principali teatri di tutto il mondo, grazie ad una vocalità di straordinaria potenza, unita ad un timbro a dir poco seducente e smagliante (qualità che gli permisero di affrontare persino il Lohengrin wagneriano): tra tutte ricordiamo il suo celeberrimo Otello verdiano (che interpretò in 427 allestimenti), insieme, a tacer d’altro, all’Andrea Chénier, alla Turandot, a Bohème, a Pagliacci, all’Aida, al Trovatore, alla Carmen, a Sansone e Dalila.

Possiamo subito dire che tutti i 12 cantanti hanno reso pienamente onore alla memoria di questo personaggio straordinario, offrendo una serie di celeberrime pagine operistiche tradotte sempre con personale adesione, pregnanza vocale, stile ed eleganza, dando vita ad una serata particolarmente coinvolgente e a tratti entusiasmante, accolte dal pubblico con autentiche ovazioni e frequenti richieste di bis. Come accennato, agli artisti di consolidata fama internazionale si sono uniti due giovani che sono stati un’autentica, piacevole sorpresa per bellezza di voce, sensibilità, maturità e presenza scenica, qualità che ci permettono di ritenerli futuri protagonisti della vita musicale non solo italiana: il soprano Francesca Pia Vitale ha aperto la serata con l’impervia O luce di quest’anima, da Linda di Chamounix di Donizetti, delineata con timbro morbido, tecnica agguerrita e pieno dominio della scrittura, oltre ad una totale adesione al personaggio. Affatto sorprendente il duetto Tutte le feste al tempio…Sì, vendetta!, dal Rigoletto verdiano, affrontato insieme al baritono bulgaro Vladimir Stoyanov (quest’ultimo magnifico protagonista in Perfidi! All’Anglo contro me venite, dal Macbeth di Verdi), dando vita ad una scena di coinvolgente potenza drammatica. Altrettanto interessante il tenore Davide Tuscano, non poco coinvolgente nell’aria Una furtiva lagrima, da L’elisir d’amore donizettiano, tradotta con la dovuta trepidazione e intima partecipazione, rivelando poi un notevole talento drammatico nel duetto È lui…Desso!…l’Infante!, dal Don Carlo di Verdi, ove è stato efficacemente affiancato dal noto baritono Elia Fabbian. Come già indicato, tutti gli altri cantanti hanno confermato appieno la fama acquisita attraverso una carriera di altissimo livello: tra le voci femminili sono emerse, in particolare, il duttile soprano Anna Kos, impegnata in Mercé, dilette amiche (dai verdiani Vespri siciliani) e ilmezzosoprano Daniela Barcellona, il cui timbro suggestivo, denso e pastoso, è risultato non poco efficace nell’aria Condotta ell’era in ceppi, dal Trovatore di Giuseppe Verdi e nel duetto L’amo come il fulgor del creato, da La Gioconda di Ponchielli, insieme ad una sensibile Anna Pirozzi. Degni di particolare menzione sono state poi le voci gravi, come quella del baritono Lucio Gallo, impegnato nel cupo monologo di Jago, Credo in un dio crudel, reso con insinuante sottigliezza,e nel duetto Era la notte, Cassio dormia (entrambi dall’Otello verdiano) insieme al tenore Walter Fraccaro, parimenti vibrante ed energico (acclamato protagonista, quest’ultimo, nell’aria pucciniana Nessun dorma). Culmine della serata è stato comunque, a nostro avviso, lo straordinario duetto Il grande inquisitor, dal Don Carlo di Verdi, ove sono emersi per presenza drammatica, bellezza vocale e potenza espressiva i due bassi Riccardo Zanellato e Roberto Scandiuzzi (qui sostenuti da un’orchestra non poco efficace per densità di tinte), parimenti autorevoli anche nelle singole arie loro affidate: il primo nella dolente Ella giammai m’amò,ancora dal Don Carlo, il secondo in Vieni o Levita…Tu sul labbro de’ veggenti, dal Nabucco. Degna, infine, di menzione l’accorta direzione orchestrale di Gianluca Martinenghi, la cui flessibilità ha permesso di calarsi con puntuale aderenza in tutti i numeri vocali pur così diversi stilisticamente. Un piacevole intervallo è stato l’intervista di Livia Azzariti ai cantanti Al Bano e Francesco Renga, ospiti della serata, preceduta da una testimonianza del regista Giancarlo Del Monaco, figlio del celebre tenore.

Claudio Bolzan             

Data di pubblicazione: 19 Ottobre 2022

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