Brahms e Ravel esaltati da Krylov

BRAHMS Sonata n. 1 Op. 78; Sonata n. 2 Op. 100 per violino e pianoforte RAVEL Sonata per violino e pianoforte; Tzigane per violino e pianoforte violino Sergej Krylov pianoforte Edoardo Maria Strabbioli

Treviso, Teatro Comunale “Mario Del Monaco”, 28 gennaio 2023

Un programma indubbiamente ampio e densissimo quello presentato al Teatro Comunale di Treviso dal celebre violinista Sergej Krylov insieme al pianista Edoardo Maria Strabbioli: le prime due Sonate di Brahms sono, infatti, altrettanti caposaldi della letteratura violinistica di ogni tempo, oltre a costituire due vertici dell’arte cameristica dell’autore, pur tanto ricca di straordinari capolavori. Non meno significativa la Sonata in Sol maggiore di Ravel (1923-27): opera quanto mai ardua e virtuosistica, caratterizzata da una scrittura e da un taglio formale lontani anni luce dall’ispirazione neoromantica brahmsiana per l’innovativa, iridescente articolazione ritmica e armonica, unita alle suggestioni melodiche di derivazione americana (come emerge nel Blues,posto come secondo movimento). Va subito detto che Krylov ha affrontato questi tre capolavori (tra loro collegati, peraltro, dalle tonalità di impianto) cogliendo in modo del tutto convincente le loro peculiarità stilistiche, espressive e formali. Le due Sonate brahmsiane sono state così restituite alla loro densissima connotazione, grazie ad un suono pieno, caldo e avvolgente, senza per questo rinunciare agli slanci appassionati e ad una vitalità tipica comunque della personalità del solista. Ne ha guadagnato, in particolare, la Sonata in Sol maggiore Op. 78, grazie anche ad una non comune varietà di contrasti e di chiaroscuri, insieme ad una gamma di sfumature dinamiche capace di pianissimi tanto impercettibili quanto omogenei e timbricamente seducenti. Purtroppo non altrettanto in linea con questa superba impostazione mi è parso il pianista Strabbioli, assai meno coinvolto dal punto di vista espressivo e di volta in volta fin troppo turgido, asciutto e tagliente nelle sonorità. Tutto ciò ha invece giovato, almeno in parte, nella resa della Sonata di Ravel (anche se non avrebbe guastato una ricerca timbrica più sofisticata da parte del pianista), ove Krylov ha dato prova di un virtuosismo a dir poco trascinante, come è emerso nell’arduo Perpetuum mobile conclusivo, reso con un dinamismo affatto trascinante e con un suono limpido ed omogeneo, mentre il Blues centrale ha potuto contare su una globale adesione espressiva, tale da evidenziare la sua peculiare varietà di sfumature dinamiche e timbriche, unite ad una sottile mobilità ritmica. La conclusione del programma è stata affidata alla celeberrima Tzigane dello stesso Ravel, tradotta attraverso un elettrizzante crescendo ritmico e agogico nell’ambito di un virtuosismo globale davvero esaltante, grazie anche alla gamma di screziature e di colori ottenuta da un solista sempre integralmente partecipe (mai come in questi casi abbiamo percepito la capacità dell’interprete di porsi alla stessa altezza dell’autore dando vita ad un virtuosismo che non esitiamo a definire “poetico”). Il pubblico, accorso numerosissimo, ha accolto questa prova con interminabili ovazioni, tali da ottenere due bis: una pagina sognante di Kreisler e le Danze rumene di Bartók consegnate alla loro irresistibile esuberanza.

Claudio Bolzan         

Data di pubblicazione: 30 Gennaio 2023

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