Ho conosciuto Roger (allora il Maestro Bobo…) a Fiesole. 1993, appena diplomato, Orchestra Giovanile Italiana. Forse una delle prime volte in cui “uscivo” da Bolzano per un periodo piuttosto lungo. Roger era il preparatore degli ottoni dell’orchestra. E in quegli anni gli ottoni dell’OGI erano… i cavalli rampanti fra i diplomati di tutta Italia. Solo pochi fra i migliori riuscivano ad entrare, ed il livello era veramente strepitoso. Basti ricordare che di quella fila (1993, 1994) TUTTI gli ottoni ora lavorano in ambito musicale. Quindi da una parte noi, 18/20enni, bravi, rampanti, ma senza nessuna esperienza in orchestra. Dall’altra Roger. Il M° Bobo.
Quarta di Ciaikovski. Prime note solo con la sezione ottoni. Siamo entrati a lezione scalcagnati, disuniti, ognuno per sé. Ne siamo usciti una sezione, un gruppo, un organismo funzionale per l’orchestra, una fila. Gli ottoni OGI, in una lezione. Poi tanto lavoro assieme, tanta fatica ma tante soddisfazioni.
E si, lo ammetto, non eravamo “pischelli” semplici da gestire. Massimo rispetto per tutti, ma eravamo comunque un branco di ventenni fuori casa. Occhiaie alla mattina, e via andare.
E gli ottoni, rinomatamente, sanno divertirsi. Anche durante le prove. Abbiamo coniato il “Bobolario”. Vocabolario Bobo-Italiano.
Roger, come molti americani del resto, non è mai stato un drago con l’italiano. E noi, naturalmente, cercavamo di capire, interpretavamo, “prendevamo appunti”. Scrivevamo testi zeppi di indicazioni per le future generazioni…
Come quando durante la spiegazione di un passaggio di Ciaikovski, Roger pronuncia una delle sue frasi, poi diventate leggenda:
“Sona cannibalico, canibalistico, come cinema per gazzelle.”
Ora, dopo un attimo di smarrimento, e tutte le facce della sezione che all’unisono trasmettono al Maestro “ho capito, tutto perfettamente chiaro”, (fingendo palesemente), e dopo ore di confronti fra di noi, giungiamo all’illuminazione sul significato dell’arcano:
“Suonate questo passaggio in modo cannibalesco, violento, come la colonna sonora del film Godzilla”.
Da “gazzelle” a “Godzilla”. Questo era Roger. Ma la sezione ha poi suonato da paura.
Voglio anche ricordare la prima volta che ho sentito Roger suonare. Avendo vissuto a Bolzano, in un periodo in cui non c’era internet, pochi dischi e ancora meno di tromba, stavo andando ad ascoltare il recital di Roger a Fiesole, senza sapere bene cosa aspettarmi. Tubisti suonare ne avevo sentiti, ma solamente in banda, per la verità. E il loro ruolo non era mai particolarmente coinvolgente. Quindi “Recital di Tuba” (NB: a Fiesole negli anni di Piero Farulli e il Quartetto Italiano!!!!) era di per sé una frase che suscitava dubbi e qualche frecciatina.
E’ bastata la sua prima nota, non mi ricordo se “Adagio e Allegro”. Tonfo delle mascelle di tutti in terra.
Quel suono, quel vibrato, quelle linee così semplici ed ovvie. In poche parole, una nota ed era diventato uno dei riferimenti sonori più chiari nella mia testa. Stavo studiando? Imita Roger. Quintetto? Imita Roger. Sezione d’orchestra? Il suono di Roger. Mille colori dentro una sola nota, viva, vibrante, risonante, pulsante. Esattamente come, poi conoscendolo, Roger è sempre stato nella vita, con tutti. Passionale, generoso, vibrante, pulsante.
Ciao Roger. Anzi, arrivederci Maestro Bobo. Grazie per quello che ci hai lasciato nella mente, nelle orecchie e nel cuore.
Marco Pierobon
Roger Bobo, noto tubista e insegnante ha suonato con la Rochester Philharmonic Orchestra, dal 1956 al 1962, diretta da Erich Leinsdorf, con la Royal Concertgebouw Orchestra dal 1962 al 1964 con Bernard Haitink, con la Los Angeles Philharmonic, dal 1964 al 1989 diretta da Zubin Mehta, Carlo Maria Giulini e André Previn. Ha insegnato in diverse scuole tra cui la Scuola di Musica di Fiesole, il Conservatorio di Losanna in Svizzera, Rotterdams Konservatorium, Royal Northern College of Music di Manchester. In Giappone, dove ha vissuto per 10 anni, ha insegnato alla Accademia di musica di Musashino.