Il Busoni estremo di Doktor Faust convince al Maggio

BUSONI Doktor Faust D. Henschel, D. Brenna, D. Schwinghammer, J. Dahdah, O. Bezsmertna, F. Stern; Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, direttore Cornelius Meister regia Davide Livermore scene Giò Forma luci Fiammetta Baldisserri costumi Mariana Fracasso

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, 11 febbraio 2023

Un titolo estremo per il Festival di Carnevale del Maggio Musicale Fiorentino e dedicato a Goethe e a Faust: Doktor Faust, scritto e lasciato incompiuto nell’anno della morte, il 1924, da Ferruccio Busoni, ritorna in scena quasi sessant’anni dopo la ultima rappresentazione nel teatro del capoluogo toscano del 1964, nell’ambito del famoso Maggio espressionista. Rispetto al cartellone originale, cambiano nel cast il direttore, Cornelius Meister al posto dell’annunciato Ingo Metzmacher, e il protagonista Dietrich Henschel al posto del previsto Thomas Hampson.
Cambiamenti che non hanno poi inficiato il valore dello spettacolo, grazie alle invidiabili capacità tecniche di Cornelius Meister che guida Orchestra e Coro del Maggio con un’intrigante impronta tardoromantica che caratterizza tutta la performance, con tempi saldi e gesto limpido, facendo emergere doti inaspettate del Coro che incide sulla partitura in maniera sublime e sempre pertinente.
Davide Livermore firma una delle sue regie più belle ed impattanti, sfruttando al meglio il muro di led presente sul fondo scena e dove si svolgono immaginifiche e coloratissime scene tridimensionali, per dare alla vicenda una forte componente autobiografica, in cui Busoni stesso assume le caratteristiche e l’egoismo proprio di quell’autodeterminazione che consente a lui di tracciare nuovi confini tra il bene e il male e di trovarsi in un limbo dove non sia necessario né pentimento né rimorso. Mentre il caleidoscopico lavoro videografico riflette ancora i sentimenti del protagonista egli è di nuovo obiettivo assoluto della scena connotata da tanti ritratti di Busoni, indossati a mo’ di maschera da ogni personaggio, in una sorta di quadro psicanalitico che ne mostra i dettagli più intimi. La musica, multiforme, disegnata su dissonanze, scale diatoniche e cromatiche, esprime magari tutta la forza devastante delle immagini, ma rivela pure i tanti limiti di una partitura che non consente alle vicende terrene di essere descritte con la stessa naturalezza riservata alle scene più immateriali, come quella dell’apparizione dei tre studenti di Cracovia. Poi puri pretesti allo sviluppo sinfonico e dotta elaborazione di cellule sostanzialmente indifferenti, contraddicono quasi quello che sta effettivamente succedendo in scena, lasciando gi ascoltatori senza un fil rouge da seguire.

Oltre a Coro e Orchestra dimostratisi in grande forma, i solisti in palcoscenico si rivelano piuttosto ordinari. Dietrich Henschel è un Doktor Faust la cui voce non ha la capacità di superare il muro del suono proveniente dalla buca del Maggio, che lo copre per tempo esagerato. Lo stesso Mephistopheles di Daniel Brenna fatica a farsi sentire, pur maggiormente sicuro nell’emissione e più dotato sul piano del volume. Ottima la resa di Olga Bezsmertna, che colora di pastelli dalle intensità nettissime la voce e il personaggio.
Pubblico completamente affascinato dalla narrazione di Livermore e dalla complessità di uno spettacolo ben riuscito in tutti i suoi aspetti. Applausi scroscianti.

Davide Toschi

Foto: Michele Monasta

Data di pubblicazione: 19 Febbraio 2023

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