I piaceri dei piccoli spazi

SCHUBERT 11 Lieder SCHUMANN Dichterliebe tenore Hans-Jörg Mammel fortepiano Ludwig Holtmeier

MONTEVERDI Salve Regina, O bone Jesu CAVALLI Canzon à tre CAZZATI Pasacaglio MERULA Canzon L’Ara; Chiacona “No, no, ch’io non mi fido” HÄNDEL Haec est regina virginum HWV 235; Sonata in sol minore HWV 393; Salve Regina HWV 241 soprano Eleonora Contucci Lautten Compagney di Berlino: violino Katharina Ahrens flauto Martin Ripper viola da gamba Anette Reinfurth clavicembalo e organo Mark Nordstrand liuto e direzione Wolfgang Katschner

Montepulciano, Palazzo Contucci, 2 e 3 aprile 2016

Per il fascio di Lieder schubertiani da testi di Goethe e il ciclo Dichterliebe di Schumann da Heine, lo strumento era uno splendido fortepiano fabbricato a Vienna un paio di anni prima della morte di Schubert. E lo spazio non era troppo dissimile, per proporzioni, dai salotti viennesi su cui Schubert poteva contare per far ascoltare le proprie creazioni. Tutte prerogative di cui sapevano ottimamente valersi la coppia di interpreti invitati a esibirsi per quanti spettatori conteneva il salone affrescato di Palazzo Contucci a Montepulciano.

Il clima raccolto aiutava a godere ancor più il lavoro di raffinato cesello interpretativo condotto dal tenore Hans-Jörg Mammel e da Ludwig Holtmeier, che l’accompagnava al fortepiano fabbricato da Conrad Graf. Bastavano a dimostrarlo gli accorgimenti espressivi con cui attraversare un capolavoro come Ganymed, molto più che un semplice Lied. E che dire della prestidigitazione attuata alla tastiera per ottenere l’eco di un’arpa, nel ciclo di tre composizioni cavate dalle liriche del romanzo Wilhelm Meister? Goethe lasciava il posto ad Heine per il Dichterliebe montato da Schumann in una sequenza che portava nel cuore di un romanticismo carico di luci, ombre, euforie, stasi. Le oscillazioni di umore contagiavano voce e tastiera, in una narrazione benissimo orientata dai due solisti.

L’occasione era preziosa e degna di un festival. E di un festival appunto si trattava. Niente affatto in rotta di collisione con l’estate del Cantiere d’Arte, fondato quarant’anni orsono da Hans Werner Henze, la primavera del Festival di Pasqua di Montepulciano rilanciava un calendario musicale cadenzato nei fine settimana, a dimostrare che non si sono mancati i tratti salienti con cui un festival si differenzia da tutte quelle rassegne che abusano del titolo sparpagliando appuntamenti a caso, magari per un mese o due. Riprova ne era il concerto di musica barocca che invitava a varcare una seconda volta la soglia di Palazzo Contucci, a ventiquattr’ore di distanza, per apprezzare i solisti di un eccellente ensemble berlinese che offrivano una puntigliosa – ma non per questo meno fantasiosa – ricreazione di pagine che spaziavano da Merula a Monteverdi e da Castello a Händel e prevedevano l’intervento della padrona di casa – il soprano Eleonora Contucci – a sostenere le parti vocali nei Salve Regina di Monteverdi e di Händel e a confermare il clima di complicità raggiunto da tutti gli interpreti.

Alessandro Taverna

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Hans-Jörg Mammel

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Ludwig Holtmeier

LC mai 2008

Lautten Compagney

Data di pubblicazione: 26 Aprile 2016

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